Opuscolo informativo
Di seguito troverete il contenuto dell’opuscolo informativo. È disponibile anche in formato PDF per il download. Vi preghiamo di leggerlo attentamente.
Panoramica
Scopi di Dignitas
Il testamento biologico di Dignitas
Accompagnamento delle persone in fin di vita e alla morte volontaria
Aiuto legale alla morte volontaria con Dignitas
Base legale
Le persone al servizio di Dignitas
L’adesione a Dignitas
Premesse
Preparazione all’accompagnamento alla morte volontaria per persone in Svizzera
Il procedimento all’accompagnamento alla morte volontaria
Accompagnamento da parte dei parenti
Dignitas non può consegnare direttamente farmaci
L’esperienza di Dignitas
Problemi affrontati da Dignitas
Una parola sulle questioni religiose
Termini e definizioni
Maggiori informazioni – Una selezione di rimandi per gli interessati
Nota informativa sui costi dell’accompagna-mento alla morte volontaria da parte di Dignitas
Contenuto
Scopi di Dignitas
L’associazione “Dignitas ‑ Vivere degnamente ‑ Morire degnamente” è stata fondata il 17 maggio 1998 a Forch (Cantone Zurigo). L’organizzazione non ha scopi di lucro. Secondo i suoi statuti, si prefigge di assicurare ai suoi membri una vita e una morte dignitose, valori a cui ogni essere umano ha diritto. Dignitaspersegue questo fine assicurando nella misura del possibile a tutti i membri un sostegno adatto alle esigenze particolari di ognuno.
In questo senso, l’attività di Dignitas comprende:
- consulenza per tutte le questioni concernenti la fase finale della vita;
- collaborazione con medici, cliniche e altre organizzazioni;
- affermazione del testamento biologico e dei diritti del paziente;
- prevenzione del suicidio e dei tentativi di suicidio;
- sostegno in caso di conflitti con le autorità, con la direzione di residenze per anziani e istituti di cura, e con medici non scelti liberamente;
- evoluzione dei diritti in materia di ultime disposizioni;
- accompagnamento alla morte e accompagnamento alla morte volontaria.
Dietro versamento di una tassa d’iscrizione unica di franchi svizzeri (CHF) 220 e di una quota annua minima di CHF 80 – l’importo è lasciato alla discrezione personale – si ottiene accesso ai servizi di Dignitas e si sostiene l’associazione nel suo impegno a favore della salvaguardia della dignità e dei diritti di tutti i membri nella vita e nella morte quando questi sono minacciati.
Dignitas investe le eccedenze nell’ ampliamento dei suoi servizi e nella prevenzione del suicidio.
Il testamento biologico di Dignitas
Molte persone temono di trovarsi un giorno ricoverate in ospedale, in stato d’incoscienza o in condizioni giudicate senza speranza, tenute in vita artificialmente con sofisticati apparecchi, e di dover subire interventi chirurgici inutili e terapie inefficaci, spaventati dall’accanimento terapeutico di una medicina senza più anima. Essi desiderano vivere bene gli anni a loro concessi, non aggiungere artificialmente anni alla loro vita.
Per non trovarsi alla mercé di una medicina disumana, esiste una soluzione praticabile: un testamento biologico, giuridicamente valido, in cui si dichiara di voler morire dignitosamente. Per garantire la validità giuridica della dichiarazione, è consigliabile farla redigere da specialisti in materia per evitare qualsiasi ambiguità e darle valore vincolante. D’altro canto, occorre un’organizzazione efficace, come Dignitas, che sappia far rispettare la dichiarazione di volontà anche nel caso di eventuali opposizioni. In vista della fase finale della vita, Dignitas procura ai suoi aderenti un testamento biologico valido per tutto il periodo di affiliazione, che il personale medico e paramedico delle case di cura è tenuto a rispettare. Se necessario, Dignitas assicura ai propri membri l’assistenza di un avvocato.
Dato che i testamenti biologici dipendono direttamente dalla legislazione del paese in cui vengono redatti, questo servizio può essere garantito solo in Svizzera.
Accompagnamento delle persone in fin di vita e alla morte volontaria
Dignitas offre ai propri membri anche un altro importante aiuto, l’accompagnamento lungo tutte le fasi delicate del trapasso. Ogni affiliato può chiedere di essere assistito da una collaboratrice o un collaboratore di Dignitas quando avverte che la vita sta per lasciarlo. I colloqui con la persona ammalata e i suoi parenti sono intesi ad alleviare a tutti l’inevitabile travaglio del distacco.
Chi soffre di un male incurabile o di un handicap insopportabile, e per questo motivo decide di mettere fine ai suoi giorni, come membro di Dignitas può domandare all’associazione di aiutarlo a morire.
Aiuto legale alla morte volontaria con Dignitas
Dignitas può contare su collaboratrici e collaboratori qualificati che hanno una lunga esperienza nel campo dell’accompagnamento alla morte di malati in fase terminale. La decisione di accompagnare al trapasso gli affiliati che ne fanno esplicita richiesta avviene solo dopo approfonditi colloqui e la verifica che sussistono tutte le condizioni necessarie previste dall’associazione. Dignitas verificherà in primo luogo che la capacità di discernimento del richiedente sia intatta e non sia stata influenzata da terzi interessati al decesso dell’affiliato.
Solo quando la malattia è stata dichiarata incurabile o la persona malata soffre di dolori insopportabili o accusa handicap intollerabili, Dignitas offre il suo accompagnamento a chi intende darsi una morte volontaria. Dignitas si procura il farmaco necessario, un barbiturico solubile nell’acqua potabile, che non causa dolori e agisce velocemente. Dopo averlo assunto, il paziente si addormenta nel giro di pochi minuti e passa senza sofferenza alcuna dal sonno alla morte.
L’uso di un medicamento letale è permesso solo con una ricetta medica, poiché non può essere acquistato liberamente in farmacia. È dunque consigliabile trovare per tempo il medico disposto a redigere la ricetta, fermo restando che nella maggioranza dei casi i medici di famiglia acconsentono alla richiesta. Negli altri rari casi, Dignitas può ricorrere a medici Svizzeri indipendenti che collaborano con l’organizzazione. Solo dopo i colloqui approfonditi con il socio nel corso del quale viene accertata l’esistenza dei presupposti richiesti, il medico rilascia la ricetta a Dignitas.
A questo punto, il richiedente può scegliere il luogo e il momento del trapasso volontario accompagnato da Dignitas. Per assistere e accompagnare l’affiliato nelle sue ultime volontà, sono presenti almeno due persone in veste di testimoni.
Dignitas annette grande importanza al coinvolgimento di persone vicine e familiari di coloro che «vogliono andarsene». Un viaggio così importante deve essere preparato nei minimi dettagli e necessita del giusto commiato.
L’esperienza insegna che pochi membri chiedono realmente l’aiuto di Dignitas per farsi accompagnare fino a una morte volontaria. Nella maggior parte dei casi, l’aver compilato il testamento biologico li tranquillizza. Se la loro volontà è rispettata e non si prendono misure per prolungare artificialmente la vita, una volta sopraggiunta la fase critica, muoiono per cause naturali. In caso di sofferenze irrimediabili e prolungate, l’affiliazione a Dignitas consente però loro di chiedere di essere accompagnati fino al trapasso. Si tratta, per le persone adulte e responsabili, di una certezza importante.
Base legale
L’articolo 115 del Codice Penale svizzero recita che
«Chiunque per motivi egoistici istiga alcuno al suicidio o gli presta aiuto è punito, se il suicidio è stato consumato o tentato, con la reclusione sino a cinque anni o con la detenzione».
Ciò significa che, in assenza di motivi egoistici, chi presta aiuto al suicidio non è punibile. L’aiuto alla morte volontaria praticata da Dignitas poggia su questa base legale. Gli accompagnatori sono retribuiti esclusivamente da Dignitas e, quindi, non sussiste alcun motivo egoistico. L’attività di Dignitas dispone di una base legale ineccepibile.
Le persone al servizio di DIGNITAS
Le strutture e l’organizzazione di Dignitas sono state concepite per permettere all’associazione di lavorare in modo efficace evitando ogni conflitto. Tutte le forze di Dignitas sono poste al servizio dei membri. Il Segretario generale ha il compito di vegliare affinché tutto si svolga secondo gli statuti. Determina le basi giuridiche e organizzative necessarie al buon funzionamento di tutte le attività. Attualmente, la funzione di Segretario generale è ricoperta dall’avv. Ludwig A. Minelli (Forch‑ZH), fondatore di Dignitas.
Per le questioni specialistiche, il Segretario generale può ricorrere a un organo di consulenza, di regola composto di almeno un medico e un avvocato.
Un gruppo di collaboratori è a disposizione in caso di domande inerenti all’adesione, alla preparazione dell’ accompagnamento alla morte volontaria, alla consulenza ecc.
Il personale che si occupa dell’accompagnamento alla morte comprende uomini e donne di provata esperienza che svolgono tale compito da anni. Dignitas si occupa della formazione di nuovi collaboratori e del perfezionamento di quelli già in organico.
La direzione di Dignitas è affidata a Ludwig A. Minelli.
L’adesione a DIGNITAS
L’affiliazione a Dignitas è strutturata in categorie. La base dell’associazione è costituita da una ristretta cerchia di membri attivi incaricata di redigere lo statuto, di definire e formulare gli obiettivi, e di sorvegliarne la realizzazione.
Dignitas è per principio aperta a tutte le persone maggiorenni, anche se non sono domiciliate in Svizzera o sono di nazionalità straniera. Va tuttavia notato che per ragioni giuridiche l’associazione può offrire il suo aiuto solo su territorio elvetico.
I membri che desiderano beneficiare di una prestazione hanno diritto a un testamento biologico giuridicamente vincolante che contempla il diritto all’accompagnamento in fin di vita e l’aiuto in caso di richiesta di morte volontaria. Hanno inoltre l’opportunità di usufruire nella misura del possibile della consulenza offerta dall’associazione sul tema della dignità umana, nella vita come nella morte. Dignitas si impegna a mettere a disposizione dei propri membri interlocutori di provata umanità.
Il motto di Dignitas, «Vivere degnamente ‑ Morire degnamente» è un impegno che l’associazione si assume nei confronti di tutti e per questo merita fiducia.
Per aderire a Dignitas basta compilare l’apposita dichiarazione e ritornarla all’associazione. Dignitas conferma l’adesione con una lettera e invia il modulo per il testamento biologico, una fattura e le informazioni su come pagare la tassa di adesione e il contributo di membro. Il membro compila il testamento biologico e rispedisce l’originale a Dignitas, che lo registra, lo archivia e invia il necessario numero di copie al membro. Così si conclude la procedura di adesione a Dignitas.
Tassa d’iscrizione unica:
Franchi svizzeri (CHF) 220.-
Quota minima annua:
Franchi svizzeri (CHF) 80.-
Non effettuare il pagamento prima di aver ricevuto la conferma della registrazione come membro di Dignitas e non inviare assegni; l’incasso di un assegno causa spese molto elevate, per questo motivo Dignitas non può più accettare assegni.
Indirizzo:
Dignitas
Vivere degnamente
Morire degnamente
Casella postale 17
8127 Forch
Svizzera
Telefono: +41 43 366 1070
Fax: +41 43 366 1079
E‑mail: dignitas@dignitas.ch
Internet: www.dignitas.ch
FB: www.facebook.com/dignitas.ch
Tw: www.twitter.com/DIGNITAS_org
Fondatore e segretario generale:
Ludwig A. Minelli, lic. in diritto, avvocato, Forch
Conto bancario:
Banca:
Postfinance
Mingerstrasse 20
3030 Bern, Svizzera
IBAN: CH79 0900 0000 8706 4492 2
BIC / SWIFT: POFICHBEXXX
N° di conto: 87-64492-2
N° di clearing bancario: 9000
È possibile effettuare i pagamenti con PayPal www.paypal.com al nostro indirizzo e-mail dignitas@dignitas.ch ; prego d’aumentare l’importo del 5 % per coprire le tasse PayPal.
Premesse
Per poter beneficiare dell’accompagnamento alla morte volontaria, una persona deve essere
- membro di Dignitas
- capace di discernimento
- in grado di compiere azioni fisiche minime
Considerato che è necessario l’intervento di un medico svizzero per l’ottenimento del farmaco necessario, devono essere dati anche:
- una malattia il cui esito inevitabile è la morte o/e
- un handicap intollerabile o/e
- dolori insopportabili.
Se il membro desidera un accompagnamento alla morte volontaria, invia una richiesta scritta a Dignitas. Questa può anche essere inviata insieme alla domanda di adesione. L’esperienza ha dimostrato che la fase di preparazione dura circa 3 mesi e dipende in buona parte da quanto velocemente i documenti necessari, nella qualità richiesta, sono forniti. La domanda va inoltrata soltanto quando sono disponibili tutti i documenti seguenti:
- Una lettera personale, indirizzata a Dignitas, con data e firma, possibilmente scritta a macchina o al computer, in cui si rivolge a Dignitas la richiesta di accompagnamento alla morte volontaria e si spiegano le ragioni di tale decisione, l’attuale stato di salute e come si vive questa situazione. Altre informazioni possono essere aggiunte al resoconto della vita.
- Un’autobiografia – scritta separatamente dalla lettera personale – che fornisca informazioni sull’infanzia, del periodo scolastico, della famiglia e dei più importanti eventi della propria vita, come anche informazioni su chi appoggia il desiderio di terminare la vita e chi sarebbe disposto ad accompagnare il membro in Svizzera. Lo scritto dovrebbe aiutare i medici a valutare la domanda.
- Almeno un rapporto medico recente e due o tre rapporti medici precedenti con informazioni sull’ana-mnesi, la diagnosi, se possibile la prognosi e i trattamenti / provvedimenti. Il rapporto medico recente non deve risalire a più di tre o quattro mesi prima. Le dichiarazioni rilasciate dal medico devono essere chiare e ben leggibili.
È quindi importante chiedere già durante la malattia a medici e cliniche copie dei rapporti per il proprio incarto. Attendere di averne bisogno può comportare difficoltà e perdite di tempo. I rapporti dovrebbero essere in italiano, tedesco, inglese o francese. Se sono redatti in altre lingue, vanno allegate le rispettive traduzioni.
Non appena Dignitas è in possesso della richiesta completa, quest’ultima viene elaborata e inviata per la perizia a uno dei medici che collaborano con noi.
Se tale medico acconsente a un accompagnamento alla morte, Dignitas dà «luce verde provvisoria» al membro. Se quest’ultimo desidera usufruirne, contatta Dignitas per convenire le tappe successive da seguire. La «luce verde provvisoria» è un’approvazione temporanea del medico basata esclusivamente sulla richiesta e sulla documentazione medica. La decisione definitiva resta riservata fino al consulto personale con il medico.
Preparazione all’accompagnamento alla morte volontaria per persone in Svizzera
Anche i membri che vivono in Svizzera devono rivolgere una richiesta scritta a Dignitas, che poi li contatta. Di solito, un operatore di Dignitas fa visita al membro al suo domicilio.
Fondamentalmente, ogni medico autorizzato in Svizzera può prescrivere la ricetta necessaria per l’accompagnamento alla morte volontaria. È dunque importante discutere in precedenza questa possibilità con il medico di famiglia o curante.
Il procedimento all’accompagnamento alla morte volontaria
Per chi abita in Svizzera, di solito l’accompagnamento avviene nell’abitazione del socio.
I soci che invece abitano in altri Paesi, dopo aver concordato con Dignitas la data, devono venire in Svizzera. L’accompagnamento avverrà in locali a questo predisposti, nella misura in cui il medico da consultare abbia prescritto la ricetta necessaria, sinonimo di «luce verde definitiva».
È il socio che desidera morire a decidere il momento dell’inizio della procedura. Le persone messe a disposizione da Dignitas sono responsabili del procedimento e che questo avvenga correttamente.
Dopo l’assunzione di un medicamento antiemetico (antivomito), il paziente dovrà bere un bicchiere d’acqua (circa 1 dl) nel quale verranno sciolti solitamente 15 grammi di pentobarbital di sodio/NaP.
Si tratta di un noto narcotico che procura il sonno. Poiché è alcalino e non gradevole al gusto è meglio mangiare o bere subito dopo qualcosa di dolce.
I soci che devono essere nutriti attraverso sonde gastriche, prenderanno loro stessi la medicina con la sonda. Chi non può mangiare né alimentarsi con la sonda, può assumere il prodotto con un’endovena già predisposta in precedenza.
In questo caso è vantaggioso che il paziente inizi il viaggio e arrivi con una fleboclisi già funzionante.
Per ragioni giuridiche lo stesso socio dovrà compiere l’ultimo atto (ad esempio, aprire l’ago). Se ciò non fosse possibile, Dignitas non può essere d’aiuto.
Al termine di queste procedure, il socio si addormenta ed entro due, tre minuti entra in un coma profondo, dopo poco tempo ancora la medicina paralizza la respirazione ed il paziente muore.
Questo procedimento è assolutamente indolore e non rischioso.
Un socio deceduto in questo modo, pochi attimi prima ha detto a sua moglie: «Mi sento così bene, tutto è così facile».
Anche i parenti percepiscono il procedimento come dignitoso e amichevole e quindi lo affrontano bene. Su questo punto influisce molto il comportamento comprensivo e professionale del personale di Dignitas.
Accompagnamento da parte dei parenti
Dignitas auspica e favorisce la presenza dei parenti all’accompagnamento alla morte volontaria. In ogni caso, essi dovrebbero essere sempre coinvolti per tempo nella decisione. Prima hanno modo di prepararsi all’idea, più rapidamente possono comprendere questa scelta. Chi decide di «andarsene» senza comunicarlo per tempo, ferisce chi rimane. I parenti provano spesso sentimenti di rabbia in questi casi, rabbia che possono anche rivolgere contro Dignitas e questo non sarebbe corretto. Dignitas è dell’opinione che i parenti abbiano diritto a prendere congedo. Essi dovrebbero anche poter scegliere liberamente se assistere all’accompagnamento alla morte volontaria. Il congedo consente di accettare con serenità e di gestire bene a livello psicologico la perdita del congiunto.
Dignitas non può consegnare direttamente farmaci
Di tanto in tanto, qualche residente all’estero ci chiede se possiamo consegnare direttamente il medicinale per la morte volontaria (pentobarbital di sodio/NaP). Esso figura nell’elenco degli stupefacenti e il suo uso è quindi severamente controllato. Di solito, in Svizzera è comunque ancora ottenibile con una semplice ricetta medica rilasciata da un medico abilitato a esercitare nel nostro Paese. A quanto ci risulta però, solo poche farmacie ne sono sempre provviste. I medici elvetici possono redigere questo tipo di ricetta soltanto dopo aver visto e – come prescrive il medico cantonale zurighese – “visitato” il paziente. In altre parole, qualsiasi persona desiderosa di fruire del nostro aiuto deve prima consultare un medico svizzero.
Un’organizzazione come la nostra non può comunque in nessun caso consegnare direttamente il farmaco in questione. Spetta sempre a uno degli appartenenti al gruppo incaricato di accompagnare gli affiliati alla morte volontaria portare il medicamento a ogni appuntamento concordato. Dato che il trasporto del NaP al di fuori dei con-fini svizzeri costituisce il reato di traffico di stupefacenti, non possiamo neppure consegnarlo all’estero. Anche un’eventuale terza persona disposta a trasportare il NaP all’estero incapperebbe nelle stesse conseguenze penali. Per non parlare della possibilità, non molto ipotetica, che questa prassi induca a inasprire la legislazione svizzera, rendendo quindi molto più difficile, se non impossibile, esercitare la nostra attività anche dentro i confini elvetici.
L’esperienza di Dignitas
Dignitas confida nella sua lunga esperienza. La fondazione risale al 1998. In questi anni ha aiutato diverse centinaia di persone che hanno scelto autonomamente di morire. Persone che sono giunte per la gran parte dalla Germania, dalla Svizzera, dalla Francia, dalla Spagna, dall’Austria, dall’Italia, dall’Inghilterra, da Israele, dal Libano, dalla Grecia, dagli USA e da altri Paesi ancora.
Non tutti i soci di Dignitas che hanno fatto preparare l’accompagnamento al suicidio sono poi ricorsi ad esso. Alcuni infatti, dopo che Dignitas ha comunicato loro la disponibilità di un medico svizzero a firmare la ricetta che consente il suicidio assistito, hanno lasciato fare alla natura e sorprendentemente sono morti serenamente nelle loro case. Altri hanno convissuto con le loro sofferenze per settimane, mesi ed anni, assumendo però un nuovo atteggiamento: sapevano che “l’uscita d’emergenza” era aperta. Ciò li rilassava dalla tensione del dilemma, cioè se bere fino in fondo l’amaro calice del dolore o prevedere un rischioso suicidio con metodi non sicuri.
Dignitas ha con ciò ottenuto il risultato di prolungare la vita in un contesto che inizialmente pareva poco possibile.
Un caso tipico è quello di un socio che ai tempi aveva 34 anni ed era un malato di Aids. Si è fatto visitare in Svizzera da un medico che poi gli ha redatto la ricetta, consegnata a Dignitas. Il socio è poi rientrato in patria, tempo dopo ha scritto a Dignitas di aver dovuto farsi visitare da uno psichiatra: infatti al suo ritorno è improvvisamente migliorato e gli esami del laboratorio erano così positivi da poter prevedere anni di vita e non più solo mesi o settimane. Una previsione inizialmente terribile che gli aveva prospettato dei problemi che da solo non poteva risolvere.
Le persone che chiedono aiuto a Dignitas sono spesso protagonisti e di storie moto diverse fra loro, di conseguenza Dignitas agisce in modo diverso, valutando caso per caso. Ovviamente, la priorità è assegnata alla ricerca di soluzioni che consentano di prendere in considerazione l’idea di continuare a vivere.
Problemi affrontati da Dignitas
È comprensibile che l’attività di una organizzazione che si impegna per una morte liberamente scelta da una persona non sia senza contestazioni. Secondo i vari punti di vista questa attività viene accettata o condannata.
Anzitutto Dignitas sostiene il rispetto della libertà dell’essere umano e con questo il diritto all’autodecisione delle singole persone.
Però ciò non basta ancora per un univoco posizionamento dell’organizzazione. È anche necessaria una chiara presa di posizione sui problemi tra loro correlati:
- La prevenzione (profilassi) al suicidio e dei tentativi di suicidio
- Se una tale prestazione possa essere offerta solo agli abitanti della Svizzera o anche agli stranieri
- Se abbiano diritto ad una libera e non rischiosa morte anche le persone con malattie mentali (per esempio la schizofrenia o la depressione pluriennale) o quelle che pensano “ho vissuto abbastanza”
Dignitas si occupa intensamente del problema della prevenzione al suicidio. È un tema molto importante. In Svizzera ogni anno circa 66’650 persone tentano il suicidio – in Germania addirittura 588’000. Ciò avviene con gravi e permanenti danni fisici e spesso psichici, con pesantissimi oneri finanziari per le persone e le loro famiglie, oltre che alla sanità e all’economia. Occorre discutere sul suicidio, al di fuori dei tabù che lo circondano. Come per l’aborto, non esiste una soluzione ottimale. È tuttavia nostro dovere cercarne una. Dignitas esamina ogni singolo caso e cioè se sia meglio aiutare un uomo a vivere o a morire.
Sul problema dell’accompagnamento di stranieri, Dignitas è convinta che per ragioni etiche non sia ammissibile che in caso di persone affette da gravi sofferenze si faccia una distinzione di cittadinanza. Ciò sarebbe un’inaccettabile discriminazione e quindi una violazione dell’articolo 14 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo (CEDU).
Le persone con malattie mentali sono normalmente in grado di giudicare se preferiscono vivere o morire. Quindi anche loro hanno il diritto di essere accompagnati al suicidio, escludendo ogni rischio. Lo stesso vale per le persone sane le quali, per ragioni di età avanzata, vogliono porre fine alla loro vita. Non esiste alcuna ragionevole base per metterle sotto la tutela di uno Stato invadente e paternalistico.
Una parola sulle questioni religiose
È interessante il fatto che Dignitas solo molto raramente viene interpellata dai soci sui problemi religiosi legati al suicidio. Questi vengono proposti molto prima in discussioni pubbliche.
In una nuova guida del Vaticano per i politici cattolici è scritto che ci si deve impegnare in difesa della vita dal suo concepimento fino alla sua fine naturale. Questa chiarificazione si richiama tra l’altro ad un famoso santo della chiesa cattolica, Tommaso Moro. Papa Giovanni Paolo II, il 31 ottobre del 2000, lo ha nominato protettore degli statisti e dei politici.
Il che è paradossale riguardo all’aiuto al suicidio. Infatti Tommaso Moro, nel suo famoso libro Utopia, con il quale ha proposto una società ideale, ha descritto come gli utopisti si comportano con i malati:
«Si parlava sulla dedizione degli utopisti ai malati se non ci sono né medicine né diete che possano servire alla guarigione. Se il malcapitato è colpito da una malattia inguaribile riceve ogni commiserazione, aiuto, assistenza fisica e morale che possano rendere sopportabile la vita. Se però intervengono straordinari dolori, non alleviabili con medicine, si recano dal malato preti e funzionari che gli danno quel consiglio che giudicano il solo adeguato; essi tentano di chiarirgli d’aver fatto tutto il possibile per rendergli la vita migliore o almeno ciò che consenta la vita. E che in qualche modo sta sopravvivendo alla propria morte e che lui ormai è un peso per se stesso e per chi gli resta attorno. Gli fanno presente cosa significhi continuare una tormentosa fine e gli dicono di morire con coraggio perché vivere ancora sarebbe per lui soltanto una continua sofferenza. Gli dicono di spezzare le catene che l’avvolgono: egli dovrebbe liberamente evadere dal carcere della vita o almeno consentire che altri lo facciano per lui. Morendo egli non disdegna irresponsabilmente le bellezze della vita, ma metterebbe fine ad un orrendo martirio. Se quindi accoglie le parole dei preti, i quali sono visti come utensili di Dio, compie un’opera pia e santa. Chi si lascia convincere da queste argomentazioni, rifiuta liberamente il cibo e si lascia morire oppure gli si dà un sonnifero che lo congeda dalla vita senza che se ne accorga. Chi invece non rinuncia alla vita viene comunque curato amichevolmente e di lui rimane un onorevole ricordo anche dopo la sua morte.»
Il prof. dott. Hans Küng, teologo cattolico svizzero che per decenni ha insegnato all’Università di Tubinga, sottolinea che all’uomo è stata data da Dio la responsabilità di tutta la sua vita intera. Di conseguenza, sarebbe suo diritto restituire il regalo della vita a Dio quando essa diventa un peso insopportabile.
Termini e definizioni
Accompagnamento alla morte volontaria, suicidio assistito ed eutanasia non sono la stessa cosa.
Eutanasia attiva diretta su richiesta: il paziente chiede a un terzo di porre fine alla sua vita, p.es. con l’iniezione di un medicinale letale. In Svizzera è vietato. A severissime condizioni, i medici sono autorizzati a praticarlo in Belgio, Olanda e Lussemburgo.
Eutanasia attiva diretta senza una richiesta esplicita: vietato.
Eutanasia attiva indiretta: per lenirne le sofferenze, al paziente vengono somministrati medicinali, i cui effetti collaterali, involontari ma non sempre evitabili, possono ridurre la durata di vita o accelerare il decesso. Esempio: cura palliativa per i malati terminali di cancro. Questa forma di suicidio assistito non è regolata esplicitamente nella legge, ma fondamentalmente è considerata ammessa ed è praticata in tutto il mondo.
Eutanasia passiva (“lasciar morire”): rinuncia a svolgere terapie volte a tenere in vita il paziente o ad allungarne la vita, interruzione delle cure e della somministrazione di cibo e liquidi. Questa forma è legale.
Accompagnamento alla morte: comprende ogni sostegno medico e assistenza umana al morente, purché non si accorci la vita. Il paziente non viene lasciato da solo, bensì accompagnato. C’è qualcuno al suo fianco.
Aiuto al suicidio: al contrario dell’eutanasia, nel caso dell’aiuto al suicidio il paziente mantiene il controllo degli eventi. Egli decide autonomamente in merito alla sua vita ed è lui a compiere l’atto finale. In Svizzera, questo aiuto è ammesso, purché non entrino in gioco motivi egoistici (art. 115 del Codice penale svizzero).
Accompagnamento alla morte volontaria / suicidio accompagnato: questa forma comprende elementi dell’aiuto al suicidio e dell’accompagnamento alla morte. È quella che organizzazioni come Dignitas, EXIT ecc. offrono ai loro membri. Il paziente commette un suicidio ben preparato e ponderato, ma non viene lasciato solo. È accompagnato e assistito, se possibile a casa, in presenza di familiari e amici.
Eutanasia: è un termine greco che significa «buona morte». Esso viene utilizzato in una moltitudine di contesti, che variano dall’omicidio su richiesta alla soppressione di animali, agli atti orripilanti commessi ai tempi nel nazionalsocialismo. Visto che è poco preciso, questo termine non dovrebbe essere utilizzato parlando di accompagnamento alla morte volontaria.
Maggiori informazioni – Una selezione di rimandi per gli interessati
Internet
Altre organizzazioni
www.exit.ch
www.exit-romandie.ch
www.exinternational.ch
www.associazionelucacoscioni.it
www.associazioneliberauscita.it
www.rtde.eu
Suicidio e prevenzione (profilassi) al suicidio
www.santepsy.ch/it
www.143.ch/ticino
www.ipsilon.ch
Testamento biologico
https://www.associazioneliberauscita.it/online/testamento-biologico/a-cosa-serve
Film
«Suicidio Assistito»
Film documentario de Current TV: “Il dibattito sul suicidio assistito si accende sempre di fronte alla criticità di storie estreme, di casi mediatici, di gesti che diventano eclatanti ma in realtà chiamano in causa esclusivamente la coscienza individuale. Allo stato attuale delle cose il tema dell’eutanasia è ancora un grande tabù nel nostro paese.”
Vedi: http://video.sky.it/news/cronaca/vanguard_suicidio_assistito/v74103.vid
«The Suicide Tourist»
John Zaritsky, già vincitore di un premio Oscar, presenta un toccante film documentario (in inglese) sul diritto di decidere il momento e il luogo della propria morte.
Nota informativa sui costi dell’accompagna-mento alla morte volontaria da parte di Dignitas
1) Preparazione dell’accompagnamento alla morte volontaria
Gli oneri amministrativi sostenuti da Dignitas per la fase di preparazione dell’accompagnamento alla morte volontaria – ovvero fino all’ottenimento della “luce verde provvisoria” ( = un medico accetta di scrivere la ricetta, ma si riserva la possibilità di prendere la decisione definitiva dopo un consulto) – sono considerevoli. Perciò, in base agli statuti, questa fase ha un costo di franchi svizzeri (CHF) 4’000.-, da versare in anticipo. Ciò non presuppone tuttavia la garanzia di un accompagnamento alla morte volontaria.
2) Visita medica
Ulteriori costi possono risultare se un medico svizzero, che collabora con Dignitas, deve essere chiamato per parlare con un membro e quindi scrivere la ricetta per il farmaco. I due colloqui con questo medico e gli oneri ammnistrativi derivati originano costi di CHF 1’000.-.
3) I costi per l’accompagnamento alla morte volontaria
L’accompagnamento alla morte volontaria da parte di Dignitas da origine a ulteriori costi: remunerazione degli accompagnatori, ecc. Per coprire questi costi e per mantenere la qualità di questo servizio, Dignitas è stata costretta a prevedere negli statuti un ulteriore contributo speciale di CHF 2’500.-.
4) Costi per le esequie e rapporti con imprese funebri e organi di stato civile
Per le persone che non decedono al loro domicilio, bensì in un appartamento di Dignitas in Svizzera (normalmente questo è il caso dei cittadini stranieri), insorgono costi per le prestazioni degli operatori funebri locali. Di norma, si consiglia la cremazione in Svizzera; l’urna con le ceneri può essere in seguito spedita all’estero.
I costi per il servizio funebre in caso di cremazione sono di CHF 2’500.-, compresi i trasporti e le spese per le procedure amministrative.
Su richiesta, Dignitas si occupa anche dell’iter burocratico previsto in caso di decesso in Svizzera. Per coprire gli oneri derivanti da questo particolare servizio, è prevista una quota per i membri di CHF 1’000.-.
I membri che fissano un appuntamento per l’accompagnamento alla morte volontaria ricevono una fattura a titolo di anticipo per il pagamento delle quote. L’accompagnamento alla morte volontaria può essere portato a compimento solo se la copertura dei costi e delle spese sostenuti da Dignitas è garantita. Per l’accompagnamento alla morte volontaria, Dignitas necessita generalmente di un anticipo complessivo di CHF 11’000.- qualora Dignitas si occupi anche del disbrigo delle esequie, e di CHF 7’500.-, nel caso in cui Dignitas non debba occuparsi né dell’iter burocratico né delle esequie.
L’IVA non è inclusa nei costi. I costi restano soggetti a variazione senza alcun preavviso.
Per ragioni di correttezza a livello di contabilità per questi particolari servizi i membri ricevono le fatture da saldare a titolo di pagamento anticipato.
Gli statuti di Dignitas prevedono che i membri con mezzi economici modesti abbiano diritto ad una riduzione o all’esenzione dal pagamento delle quote. La riduzione o l’esenzione dal pagamento devono tuttavia essere previamente discusse e convenute tra il membro e Dignitas.